The sound routes: musiche migranti

Roma, Berlino, Bologna, Siviglia e Gand: sono le città coinvolte dal nostro nuovo progetto di integrazione attraverso la musica, sulle strade del suono.

 

 

Il progetto “The sound routes”, partito a fine 2016, si fonda sulla volontà di prendere parola sulla situazione europea attorno alla cosiddetta “crisi dei rifugiati” a partire dall’analisi dei sentimenti contrastanti che hanno generato da una parte un diffuso sentimento di insicurezza e intolleranza, dall’altra un movimento di solidarietà attiva.

Crediamo nella libertà di movimento, così come nel fatto che migranti, rifugiati, richiedenti asilo siano prima che vittime persone che hanno diritti, spesso negati. E che arrivino in Europa con un ricco e variegato bagaglio di competenze.

Tra loro molti sono artisti o musicisti. Li abbiamo conosciuti e ne vorremmo conoscere altri, provando a favorire non solo la loro integrazione, ma anche e soprattutto un confronto con gli appassionati di musica e cultura nei nostri territori, costruendo relazioni paritarie e incentrate sull’ascolto.

E’ nata così l’idea di creare un partenariato con realtà affini alla nostra, e che speriamo renda possibile una reale interazione di attori sociali, siano essi artisti europei, un pubblico attento alle novità musicali e alle sperimentazioni, i migranti e i rifugiati residenti in Europa da tempo o appena arrivati, e le organizzazioni della società civile che lavorano nel campo musicale e dell’accoglienza.

Il progetto si svolgerà tra Roma con Un ponte per…, a Bologna con la Scuola di musica popolare “Ivan Illich, Bologna in musica”, a Siviglia con l’associazione Marmaduke, a Berlino con Werkstatt del Kulturen e a Gand, in Belgio, con Vzw De Vergunning.

Tre le attività previste:

House Concerts: una forma sperimentale, ma già conosciuta in Italia, di organizzazione di concerti acustici di musicisti di diverso livello – in questo caso migranti e rifugiati –  in abitazioni private. Un sistema che valorizza un uso alternativo dello spazio quotidiano e il potenziale dell’informalità nell’integrazione.

Jam session: pensate come ulteriori momenti di scambio sul terreno musicale e di interazione tra artisti migranti e locali, ma in luoghi più formali e aperti ad un pubblico più classico.

Coproduzione musicale: la creazione di un gruppo musicale ad hoc (composto da 2 europei e 3 migranti) che prevede due eventi di lancio. A Bologna, nell’ambito del Bologna Jazz festival, e a Berlino.

A questo si affiancherà inoltre la creazione di una piattaforma web che funzionerà sia da sito del progetto che da spazio di promozione delle produzioni musicali degli artisti locali e migranti coinvolti.

Verrà poi realizzato un documentario che racconterà questo percorso , con l’obiettivo di registrare lo scambio culturale ed emozionale che avviene attraverso la musica, incentrato sulle storie di chi è arrivato in Europa.

Infine, una guida spiegherà le modalità di svolgimento e organizzazione degli house concert, la valutazione dei risultati e la possibilità di annoverare questa inedita forma di scambio culturale e di valorizzazione e condivisione delle differenze, come best practice.

IN BREVE


Nome progetto: Sound routes. Notes to get closer

Tipologia intervento: Integrazione di migranti e rifugiati

Destinatari: Musicisti migranti e rifugiati, comunità ospitanti

Durata: Gennaio 2017-Gennaio 2018

Area d'intervento: Italia, Spagna, Germania, Belgio

Partner: Marmaduke, Bologna Jazz Festival, Ivan Illich Folk Music School, Berliner Brauerei Wissmannstraße e.V. – Werkstatt der Kulturen, Vzw De Vergunning cultural association

Cofinanziato da: Creative Europe - Commissione europea

 

 

 

 

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