Convinti da sempre che il lavoro delle organizzazioni internazionali debba essere portato avanti in stretta collaborazione con le società civili dei paesi in cui operano, sin dal 2009 abbiamo iniziato a sostenere l’Iraqi Civil Society Solidarity Initiative (ICSSI), una coalizione di organizzazioni della società civile irachena ed internazionale che porta avanti numerose campagne, ed annualmente organizza una conferenza internazionale con attivisti per i diritti umani, giornalisti, sindacalisti, associazioni di donne, rappresentanti delle Ong provenienti da tutto il paese.

Nel 2013 il percorso si è trasformato nel primo Forum Sociale Iracheno, ospitato ogni anno nel mese di settembre a Baghdad.

Sosteniamo le attività di ICSSI e dell’Iraqi Social Forum attraverso campagne di advocacy e incontri di sensibilizzazione anche istituzionali, sempre in stretta sinergia con gli attivisti e rispondendo alle priorità delle associazioni e delle realtà sociali irachene.

Tra le principali campagne di ICSSI che sosteniamo “Shahrazad”, per la difesa dei diritti delle donne; “Save the Iraqi Heritage”, per la salvaguardia del patrimonio culturale; la campagna “Workers Rights” per i diritti dei lavoratori, che nel 2015 è riuscita a far approvare un nuovo Codice del Lavoro iracheno in linea con gli standard internazionali; la campagna per la libertà di stampa e di espressione; la Maratona per la Pace di Baghdad, che si svolge ogni anno in occasione del Forum Sociale Iracheno.

L’iniziativa “Save the Tigris and Iraqi Marshes”, per la salvaguardia del patrimonio ambientale iracheno, delle risorse acquifere, del fiume Tigri e delle Paludi Mesopotamiche, ha ottenuto il grande risultato dell'inserimento delle Paludi nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2016, grazie al lavoro degli attivisti.

Da ICSSI è nato il programma triennale "Sentieri di coesistenza in Mesopotamia e Medio Oriente", grazie al contributo della Fondation Assistance Internationale - FAI, con l'obiettivo di promuovere coesione sociale e fiducia tra le comunità che vivono lungo i due fiumi, rafforzando il loro senso di appartenenza ad un comune patrimonio culturale e ambientale, e nei paesi del Medio Oriente che ospitano il maggior numero di rifugiati e sfollati. Tracciare sentieri di coesistenza per superare le fratture sociali e culturali causate da guerra e Daesh.