La società civile in Iraq e nel Kurdistan iracheno: origini, quadro giuridico e normativo

5 Novembre 2024, 14:33

La società civile è considerata un attore chiave nel processo di democratizzazione e di sviluppo dei paesi. Coprendo una serie di campi, la società civile funge da ponte tra le comunità locali e le autorità, facilitando la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e fornendo servizi di base.

La società civile irachena non fa eccezione. In Iraq, le origini della società civile risalgono agli anni ’20 del secolo scorso. Nonostante la sua precoce emersione, lunghi anni di regime autoritario e diversi conflitti hanno influenzato l’efficacia e il coinvolgimento della società civile nella vita del paese. Fu soltanto dopo la cacciata militare di Saddam Hussein, nel 2003, che la società civile è stata finalmente in grado di rifiorire.

Dopo oltre vent’anni dall’invasione militare statunitense, la società civile irachena è un attore importante sulla scena pubblica, in cui svolge ruoli significativi, tra cui fornire aiuti umanitari alle vittime di guerra e violenza, offrire supporto legale a gruppi vulnerabili ed emarginati, promuovere e consolidare i principi di pace, coesistenza pacifica, diritti umani e giustizia, sostenere i diritti delle donne, combattere la corruzione, monitorare le elezioni parlamentari e provinciali e molti altro.

Il ruolo della società civile in Iraq è riconosciuto dalla legge, grazie ai trattati internazionali firmati dall’Iraq e a una serie di leggi nazionali e regionali adottate negli ultimi vent’anni. Oltre a queste, una serie di misure operative regolano la società civile nel paese.

Dopo una prima parte sulle origini della società civile e sul suo ruolo, lo studio presenta una panoramica del quadro legale e operativo che governa la società civile nell’Iraq centrale e meridionale, nonché nella regione del Kurdistan iracheno. Lo studio suggerisce una serie di raccomandazioni alle autorità locali per promuovere la cooperazione tra attori della società civile e istituzioni.

La ricerca è stata realizzata nel quadro del progetto finanziato dall’Unione Europea Mubadara – Fostering an Enabling Environment for Civil Society in Iraq, in partnership con Peace and Freedom Organization e Ufuq Organization for Human Development.

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