A un anno dal 7 ottobre
Dai tragici eventi del 7 ottobre – picco di violenza figlio della rimozione della questione palestinese dall’agenda politica della comunità internazionale, e di cui oggi si ricordano tutte le vittime – è trascorso un anno.
Un anno lunghissimo, in cui abbiamo testimoniato violenze e perdite inaudite. Israele, che ha invocato il “diritto alla difesa” trasformatosi subito in un inaccettabile e illegale “diritto alla vendetta”, ha dato inizio a una catastrofe umanitaria senza precedenti. La Striscia di Gaza è stata ridotta in macerie ed è cominciato un vero e proprio genocidio della popolazione palestinese, condotto con le armi, con l’imposizione di fame e sete, con la privazione di aiuti umanitari e medicinali, con la distruzione di tutte le strutture sanitarie.
Appare evidente ormai che Israele voglia arrivare a una guerra totale, con l’obiettivo di destabilizzare tutta la regione, contando sull’impunità e sul sostegno che gli è garantito, in primis, dagli Stati Uniti.
Questi eventi sottolineano, ancora una volta, l’urgenza di ristabilire il rispetto del diritto internazionale, di rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite e di rifondare l’intero sistema delle istituzioni internazionali, ad oggi incapaci di impedire l’escalation della violenza e di garantire sostegno alle popolazioni colpite.
E’ fondamentale imporre un cessate il fuoco, fermare Israele attraverso l’applicazione di sanzioni, imporre un embargo agli armamenti e sospendere l’Accordo di associazione tra Unione Europea e Israele, il cui articolo 2 prevede il rispetto dei diritti umani e dei principi democratici come base delle relazioni tra le parti.
Le società civili e gli attori economici devono immediatamente cessare ogni forma di collaborazione, acquisto e investimento legato all’economia di guerra e alle aziende che traggono profitto dall’occupazione israeliana. Tra le possibili azioni c’è il supporto alla campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), a cui ci siamo appellati/e sin dai primi giorni di questo lunghissimo, tragico anno.
Tra le vittime di quest’anno non ci sono solo le persone, ma anche la verità dei fatti, trasfigurata dai media mainstream che hanno scelto per la gran parte di riportare le informazioni veicolate dall’esercito israeliano, come dimostra il trattamento riservato a operatrici e operatori dell’informazione palestinesi, screditate/i e uccisi/e in numero eclatante, così come al personale sanitario, umanitario e delle Nazioni Unite affinché non ci potessero essere testimonianze di cosa stava succedendo.