Le famiglie palestinesi in Libano «vivono nella paura»

21 Ottobre 2024, 18:18

EMERGENZA LIBANO: UN FOCUS SUI CAMPI PROFUGHI PALESTINESI
Come purtroppo era immaginabile, l’aggressione israeliana al Libano non sta risparmiando la comunità palestinese, rifugiata in gran numero nel paese sin dalla Nakba. Sono centinaia di migliaia di persone che vivono da oltre 70 anni in 12 campi profughi “ufficiali” e in diversi altri insediamenti informali. “Rifugiata” ereditaria, senza cittadinanza e privata di diversi diritti fondamentali, la comunità palestinese in Libano è oggi soggetta a nuove fughe di massa e sfollamenti.

Nelle ultime settimane i raid israeliani hanno targettizzato obiettivi nei campi palestinesi o nelle immediate vicinanze, come successo a Ein el-Helwe, Beddawi, Bourj el-Barajneh e nei campi del sud. La popolazione si è spostata principalmente dal sud, ormai quasi interamente evacuato, verso nord, cercando rifugio da parenti, amici, nelle scuole o in altri campi profughi palestinesi. Tre campi sono stati evacuati: Bourj el Shemali, Rachidiye e El Buss. Le persone sono fuggite soprattutto verso i campi di Mar Elias, Ein el Helwe, Nahr el Bared e Beddawi, dove comunque non sono al sicuro.

I campi di Beirut – Shatila e Bourj el-Barajneh – sono pericolosamente vicini ai bombardamenti nella Capitale. Le persone continuano a gravitarvi intorno, ma appena inizia il crepuscolo si dileguano. La sera all’interno dei campi c’è un silenzio spettrale. Un silenzio che fa venire i brividi a chi conosce la vita che li attraversa normalmente. Ad oggi sono almeno 5000 le famiglie palestinesi sfollate in altri campi, spesso fuggite di notte, senza tempo e modo di portare con sé neanche i propri effetti personali.

Insieme al nostro partner locale Assomoud dal 1997 supportiamo bambini/e palestinesi dei campi profughi con dei programmi di sostegno a distanza. Centinaia di famiglie italiane, con un piccolo contributo mensile, sostengono l’accesso all’istruzione e alle cure mediche per un bambino o una bambina palestinese in Libano. Affinchè l’infanzia non venisse rubata ad un’altra, ennesima, generazione di palestinesi. Purtroppo è quello che sta accadendo.

Con Assomoud continuiamo a monitorare con attenzione gli spostamenti e le condizioni delle famiglie. La situazione è volatile e gli spostamenti repentini rendono difficile avere notizie in tempo reale. Tuttavia, stiamo mantenendo i contatti con loro e, per quanto possibile, incoraggiamo a continuare le corrispondenze tra bambino, bambina e la famiglia italiana sostenitrice. Nelle prossime immagini alcuni stralci di lettere arrivate in questi giorni dal Libano. I nomi delle persone coinvolte sono stati cambiati per rispetto della privacy.

“Caro Gianluca, Spero tu stia bene. Qui i giorni sono difficili a causa dell’aggressione israeliana al Libano. Sentiamo i rumori degli aerei da guerra e dei bombardamenti nelle aree che circondano il campo. Gli aerei hanno bombardato il campo di Ein el Helwe, uccidendo anche dei bambini. Viviamo nella paura costante e nel terrore. Ci aspettiamo di poter essere bombardati in qualunque momento. Spero sinceramente che questo periodo difficile finisca perché la guerra non porta altro che sofferenza, distruzione e morte. Hana”

“Cara Raffaella, non so bene che dire. Sono spaventata e triste. Ti scrivo dal campo di Mar Elias e non da casa mia a Bourj el-Barajneh. Abbiamo dovuto lasciare il campo dopo che le bombe sono cadute vicino a casa nostra. Siamo usciti alle 4 di mattina e non sapevamo dove andare, così siamo fuggiti verso il campo di Mar Elias. Non conoscevamo nessuno lì, ma una persona ci ha aperto l’ufficio di Assomoud e abbiamo potuto passarci la notte. Siamo rimasti lì due giorni, poi un parente di mia zia ci ha lasciato la sua casa nel campo. Ora viviamo lì, io, mia madre, mia sorella, mia zia, suo marito e i suoi tre figli. Grazie a Dio abbiamo trovato una casa, ma ci sono centinaia di famiglie che dormono per strada. Ti chiedo di pregare per noi e per le persone del Libano e della Palestina affinchè la guerra possa finire e noi tornare a casa nostra, senza perdere nessuno. Fatima”

“Cara Letizia, sto bene grazie a Dio. Ho ricevuto il tuo messaggio e ne sono stata molto contenta. Sto attraversando un periodo doloroso, dalle circostanze difficili e terrificanti. Io e la mia famiglia siamo stati sfollati in un’area ma non siamo riusciti a fermarci e riposare a causa del grande numero di persone e dell’impossibilità di trovare una casa dignitosa. Quindi, siamo dovuti tornare a casa nel sud nonostante la paura e i continui bombardamenti. Chiedo a Dio di far finire questa situazione, che la guerra finisca e che possiamo tornare alle nostre vite. Sono triste perché non posso andare a scuola e perchè ho paura ogni giorno, sia di giorno che di notte. Volevo rassicurarti sulla mia salute in questi giorni difficili. Non dimenticarci nelle tue preghiere. Dalal”

DONA a “Emergenza Libano” per supportare le famiglie palestinesi che anche in Libano vivono un presente di enormi privazioni. Ogni donazione, anche piccola, contribuirà a supportare chi come “Beit Aftal Assomoud” ha aperto le porte dei suoi centri alle persone sfollate e se ne sta prendendo cura.