Ucraina: a un anno dalla guerra il nostro impegno non si arresta
Oggi è il 24 febbraio e un anno fa iniziava l’invasione russa dell’Ucraina. Una data dolorosa che ha segnato il ritorno della guerra nel continente europeo e che ha causato già centinaia di migliaia di vittime ucraine e russe.
Lo abbiamo ripetuto fin dall’inizio: non c’è soluzione militare a questo conflitto.
Per questo sin dalle prime ore del conflitto abbiamo deciso di sostenere gli obiettori di coscienza russi, bielorussi e ucraini, il cui impegno rappresenta un’enorme speranza per l’umanità.
Abbiamo lanciato una campagna di raccolta fondi per contribuire alle loro spese legali, e per garantire protezione e sostegno al loro lavoro.
Abbiamo deciso di stare al fianco di persone come Alexander Belik, coordinatore del Movimento degli obiettori di coscienza russo. Belik oggi è fuggito in Estonia ed è ancora in attesa di una decisione definitiva rispetto al suo status di rifugiato politico.
O ancora con persone come Yuri Sheliazhenko, segretario esecutivo del Movimento Pacifista Ucraino, che abbiamo incontrato nelle nostre Carovane di pace nel paese. O come Vitaliy Vasyliovych Alekseienko, attualmente sotto processo per la scelta di disertare la leva.
Siamo con Darya Berg, una giovane attivista russa fuggita dal suo paese dopo l’invasione dell’Ucraina e con i 300 volontari che lavorano con lei. Dalla Georgia, dove vive, Darya aiuta i suoi connazionali a sottrarsi all’arruolamento obbligatorio e al conflitto in Ucraina, aiutandoli a fuggire o a nascondersi.
“Fin dai primi giorni abbiamo fatto tutto il possibile per aiutare gli uomini russi a evitare di essere arruolati, lasciare il paese legalmente o illegalmente. Fino ad oggi oltre 3.000 persone hanno ricevuto il nostro aiuto”, ci ha raccontato quando l’abbiamo incontrata.
Ci sono riuscite/i anche grazie alle tante donazioni che abbiamo ricevuto attraverso la nostra campagna.
A un anno dall’inizio del conflitto in Ucraina, grazie alla solidarietà che abbiamo ricevuto, al coraggio di Darya, Alexander, Yuri e delle persone come loro, il lavoro di Un Ponte Per non si ferma.