Guerra e informazione
Comunicato Stampa
GUERRA E INFORMAZIONE
Il ruolo del giornalismo nel raccontare i conflitti
In occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, un evento online analizza insieme ai protagonisti del settore come si è evoluto il ruolo del giornalismo nel racconto dei conflitti dalla Prima Guerra del Golfo ad oggi.
Roma, 30 aprile 2021 – La Prima Guerra del Golfo nel 1991 ha cambiato radicalmente il modo di fare informazione dai teatri di conflitto e di guerra. Alla spettacolarizzazione di allora – la notte “verde” di Baghdad nelle immagini CNN – ha fatto seguito la sistematizzazione dell’informazione embedded: giornalisti e operatori d’informazione sempre a seguito degli eserciti occupanti o stabili nelle basi militari.
Una informazione sempre più “pilotata” dall’alto, che anestetizza la sofferenza di chi, nei vari conflitti, le bombe e i missili, li subisce. Iraq, Afghanistan, Palestina, ex Jugoslavia, Libia, Siria, Ucraina, sono solo alcuni dei luoghi in cui l’incrocio tra guerra e informazione tende a cedere alla propaganda bellicista e a narrare verità artefatte.
Una tendenza che, negli ultimi anni, è stata però contrastata da un nascente panorama di giornalismo indipendente che ha visto una nuova generazione di professioniste e professionisti del settore cambiare le regole del giornalismo embedded e avventurarsi nei teatri di conflitto in modo indipendente, nel tentativo di restituire un punto di vista più autentico e slegato dalle dinamiche di potere che ruotano intorno al sistema dell’informazione.
Trent’anni fa, al termine della Prima Guerra del Golfo, nasceva l’associazione pacifista italiana Un Ponte Per (UPP), divenuta poi anche Ong. In questi anni di guerre mascherate, abbellite da aggettivi come “guerre umanitarie”, “operazioni di pace” o di “democrazia”, anche Un Ponte Per ha scelto di raccontare la guerra dall’unico punto di vista possibile: quello delle vittime. La verità degli eventi raccontata da profughi, da chi ha perso le persone care a causa di un bombardamento o di una rappresaglia armata, da chi ha dovuto abbandonare le proprie case e i propri affetti per cercare altrove una possibilità di sopravvivenza.
Sono verità che disturbano, che evidenziano le ipocrisie e gli interessi di chi scatenando le guerre, non vorrebbe poi vederne le conseguenze sulle proprie coste e nelle proprie città.
La criminalizzazione degli operatori indipendenti dell’informazione è sotto gli occhi di tutti: infastidiscono a narrazione dominante perché rendono visibili i volti e le voci delle vittime.
Parleremo di tutto ciò il 3 maggio – Giornata mondiale della libertà di stampa – a partire dalle 18 in diretta facebook dalla pagina di Un Ponte Per, insieme ai nostri ospiti: Giuliano Battiston, freelance e direttore “Lettera22”, Michele Giorgio, corrispondente de Il Manifesto da Gerusalemme, Sara Lucaroni, freelence collaboratrice de L’Espresso e L’Avvenire, Sara Manisera, reporter indipendente e collettivo Fada,Nancy Porsia, freelance, consulente e ricercatrice, Cecilia Rinaldini, inviata esteri del Giornale Radio RAI. Con loro anche Alfio Nicotra, co-Presidente di Un Ponte Per, e Angela Mona, membro del Comitato Nazionale.
Link all’evento: https://fb.me/e/1jQQpQai2
L’iniziativa rientra nel ciclo di incontri online organizzati da Un Ponte Per in occasione del suo trentennale.