Mi racconti una storia?
Appello per i minori in Siria e in Iraq
A causa delle guerre e dei conflitti che ancora una volta stanno sconvolgendo il Medio Oriente, e in particolare la Siria e l’Iraq, milioni di persone sono oggi rifugiate e sfollate.
Tra queste, tantissimi bambini.
Nella regione del Kurdistan iracheno lavoriamo da anni anche con loro. Con i tanti bambini delle minoranze irachene perseguitate e con le famiglie rifugiate dalla Siria, per garantire ai più piccoli due diritti irrinunciabili: quello alla salute a all’istruzione, fondamentali per immaginare il futuro.
Le loro storie hanno il volto di Zubeir, 8 anni, che nonostante la sua grave malattia oggi sta meglio grazie alle cure che ha ricevuto con il nostro Programma di Sostegno a Distanza. Hanno gli occhi di Jvan e Rana, 12 e 14 anni, affette da patologie croniche tenute sotto controllo grazie all’impegno di due famiglie italiane. Quando le abbiamo incontrate in Iraq ci hanno raccontato di voler fare le dottoresse da grandi, per curare altri bambini come loro.
Hanno il sorriso di Ahmed, 5 anni, che dopo aver subìto un delicato intervento oggi riesce ad andare all’asilo. Sempre accompagnato dal suo tappeto di Spiderman, che crede sia magico perché lo fa sentire meglio. O quello di Mohammed, 6 anni, che dopo la fuga da Kobane aveva incubi continui, e oggi riesce finalmente a dormire da solo grazie al lavoro dei nostri operatori sociali. Hanno la dolcezza dello sguardo di Jihan, rifugiata da Damasco, che ha 5 anni e tanta paura della pioggia perché il rumore dei tuoni le ricorda quello dei bombardamenti. La sua mamma l’ha portata in uno dei nostri spazi protetti nel campo di Domiz perché prenda parte al Programma di sostegno psico-sociale che portiamo avanti ogni giorno. Presto, siamo sicuri, anche lei vincerà le sue paure.
Sono le storie dei bambini della minoranza cristiana ortodossa di padre Yacob e di quelli ezidi e cristiani del campo per sfollati di Ashti, che non avevano asili e scuole ed oggi possono andare a lezione grazie al lavoro e all’impegno di tante e tanti che hanno collaborato con noi. E sono le storie dei bambini del Rojava che siamo riusciti ad assistere distribuendo medicinali nei centri della Mezzaluna Rossa Curda.
Storie che vi racconteremo nelle prossime settimane: perché finiscono bene, e perché hanno diritto di essere ascoltate.
Storie di bambini a cui la guerra aveva sospeso il futuro, che hanno diritto di poterlo sognare. Vogliamo provare a scriverlo insieme: un futuro di pace, dignità, diritti. Da sempre siamo convinti che per costruirlo sia necessario partire proprio da loro, dai più piccoli. Iniziare dall’educazione e dal diritto alla salute, accorciando le distanze, superando le barriere.
Grazie al sostegno di tanti amici siamo riusciti ad assistere migliaia di bambini iracheni e siriani. Camminiamo insieme anche a Natale, per continuare a costruire Ponti di solidarietà.
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